In barca un telefono satellitare è più utile di uno smartphone e del VHF
In mare si capisce la grande utilità di un terminale satellitare portatile nel momento in cui si dovesse incorrere in guai seri. Un Vhf fisso, infatti, dipende dalle batterie della barca e quando queste vengono a mancare (in caso di affondamento o corto circuito elettrico) si resta muti, senza la possibilità di comunicare con il mondo esterno. La presenza di un Vhf palmare può essere un valido supporto morale, ma dal punto di vista pratico serve a poco visto che la sua portata è molto limitata e difficilmente supera le poche miglia.
Anche lo smartphone potrebbe essere utile ma non basta, perché in molte situazioni la rete spesso non è disponibile. I telefoni satellitari sono dispositivi mobili che sfruttano, per le comunicazioni, la rete di satelliti che orbitano sulla superficie terrestre; per questo è più affidabile di un normale smartphone, che si appoggia alla rete terrestre, dalla copertura molto più limitata.
In caso di emergenza, il telefono satellitare consente di chiamare i soccorsi, segnalare la propria posizione GPS e dare indicazioni sulla situazione del territorio e delle persone in difficoltà. Spesso è sufficiente comunicare in tempi rapidi con i soccorsi per uscire senza conseguenze da una situazione di pericolo.
Come funziona un telefono satellitare?
Affinché sia possibile effettuare chiamate o inviare messaggi con un telefono satellitare è necessario che il dispositivo sia in linea di vista (line of sight in inglese) con almeno uno dei satelliti che formano l’infrastruttura della rete di telecomunicazioni. Ciò vuol dire che tra telefono satellitare e almeno uno dei satelliti della costellazione non devono esserci ostacoli che impediscano il passaggio del segnale. I vari operatori telefonici attivi in questo settore adottano diverse tattiche e tecnologie per riuscire a raggiungere questo obiettivo. Tutte, però, possono essere racchiuse in due macrocategorie: le reti di telecomunicazioni basate su satelliti geostazionari e le reti di telecomunicazioni basate su satelliti LEO (acronimo di Low Earth orbit, orbita terrestre bassa).
Quando si effettua una chiamata con telefono satellitare, la richiesta sarà fatta rimbalzare tra i vari satelliti della rete di telecomunicazioni sino a raggiungere il destinatario; in caso si voglia contattare un numero di telefono non satellitare, la chiamata sarà indirizzata verso una base fissa a terra e da lì instradata verso la rete telefonica locale. Sarà, quindi, possibile contattare i propri cari, mettendo al primo posto oltre alla sicurezza anche la reperibilità.
Il telefono satellitare è anche uno strumento per effettuare traffico dati con la possibilità di scaricare mappe meteo ed utilizzare social (WhatsApp) ed inviare email.
Le costellazioni di satelliti geostazionari
I satelliti geostazionari o geosincroni, come suggerisce il nome, sono in grado di viaggiare con una velocità simile a quella di rotazione terrestre e sono fissi su un singolo punto della sfera terrestre. Situati a circa 36mila chilometri di distanza dalla superficie della Terra, riescono a coprire ampie fette di territorio con il loro segnale: un singolo satellite, ad esempio, può coprire l’intera regione del sudest asiatico, mentre con tre o quattro satelliti geostazionari si è in grado di coprire l’intera superficie terrestre.
Questa infrastruttura di telecomunicazioni, però, non è esente da problemi. Come accade anche con Internet via satellite, lo scambio di dati è affetto da lag (o ritardi comunicativi che dir si voglia) causati dalla distanza che il segnale deve coprire. Un singolo pacchetto dati contente informazioni di qualunque genere deve compiere un viaggio di almeno 72mila chilometri: 36mila per coprire la distanza che separa il mittente della comunicazione dal satellite e altri 36mila chilometri dal satellite verso il destinatario. I satelliti, inoltre, sono estremamente pesanti (circa 5 tonnellate di peso), costosi da realizzare e da lanciare in orbita.
Le costellazioni di satelliti per l’orbita terrestre bassa
Situati a una distanza variabile tra i 640 chilometri e i 1.140 chilometri dalla superficie terrestre, i satelliti LEO orbitano ad alta velocità attorno al nostro pianeta (compiono una rivoluzione in circa 100 minuti) e coprono con il loro segnale aree di circa 2.800 chilometri quadrati. Per garantire una copertura di tutto il globo, dunque, è necessario che l’operatore telefonico invii in orbita un’intera costellazione di satelliti, onde evitare buchi nella copertura del segnale. L’utilizzo di più satelliti, inoltre, garantisce un segnale più forte e una migliore qualità nell’erogazione dei servizi.
Dal momento che l’accesso a una rete LEO richiede una minor quantità di energia, un telefono satellitare che sfrutta i satelliti nell’orbita terrestre bassa ha dimensioni ridotte rispetto a dispositivi funzionanti con reti di telecomunicazioni geostazionarie.
Se in passato le comunicazioni satellitari in ambito nautico non si sono diffuse è perchè prevedevano apparati molto ingombranti e costosissimi. Oggi il mercato offre terminali di vario tipo, quasi tutti dalle dimensioni molto contenute, di poco superiori a quelle dei telefonini che tutti abbiamo nella tasca della giacca, e per funzionare in modalità satellitare non necessitano più di ingombranti antenne esterne. Basta trovarsi all’aperto, alzare l’antenna incorporata e il gioco è fatto. Le batterie hanno una durata accettabile e possono essere ricaricate con il più classico dei cavetti da auto. Inoltre sono decisamente più economici come più economici sono i costi di esercizio